Cartolina. Il Grande Inquinatore
Perché si abbia chiaro di cosa parliamo, quando parliamo di riduzione dell’inquinamento, vale la pena ricordare che la Cina rimane di gran lunga la più grande produttrice di CO2 al mondo, in ragione dell’ampio consumo di carbone che ancora caratterizza la sua economia. Malgrado le emissioni cinesi siano stabili da un decennio, e il governo prometta che verranno ridotte, il paese sconta ancora il grande progresso del primo decennio del secolo XXI, quando il grigio del cielo inquinato dei cinesi era il complemento naturale del fiorire dei loro scambi internazionali. Ma anche prima di quel tempo la Cina primeggiava, pure se la classifica degli inquinatori vedeva in cima Usa e Ue. Questi ultimi da allora si sono (parzialmente) ravveduti, anche “scaricando” molte delle loro produzioni inquinanti in Cina, ancora inchiodata a un livello che sfiora il 30% delle emissioni globali. Pechino promette che nel 2050 andrà meglio. Intanto tratteniamo il respiro.
Ma la “real politik”, che tradotta vuol dire compromesso, che tradotto vuol dire mercimonio della nostra dignità, in nome di una superiore causa “mercantile”, ci impone di trattenere il respiro e di voltarci dall’altra parte e non solo per l’inquinamento atmosferico, ma anche per il Tibet, per Hong Kong, per lo sfruttamento del lavoro, per la persecuzione ed il genocidio dei musulmani dello Xinjiang, per la questione irrisolta ed oscura del covid-19, per …..
Comunque se la Cina ha la coscienza sporca, quella di noi suoi “compagni di merenda” è ricoperta da un vello peloso alto almeno quanto quello di un cinghiale.
"Mi piace""Mi piace"