Cartolina. Le travail du travail

Se l’economista fosse anche linguista, cosa che purtroppo l’apprendistato non richiede, non avrebbe alcuna difficoltà a comprendere, in senso ampio, i dati che mostrano come i 55-64enni francesi al lavoro siano in coda alla classifica europea per quantità. E sono pure aumentati. Nei primi anni Duemila meno di uno su due era ancora occupato. Oggi peraltro in Francia, dove l’età legale di pensionamento è 62 anni, si discute fra chi (Macron) vorrebbe alzarla a 65 e chi (Mélenchon) vorrebbe addirittura abbassarla a 60, che in un mondo dove la speranza di vita si avvicina ai 90 è sicuramente un’idea geniale. Almeno se siete francesi. Perché, e qui interviene il linguista, in francese la parola lavoro e la parola travaglio hanno lo stesso lemma: travail. Un’associazione che troviamo anche nello spagnolo, in qualche maniera assimila il trabajo (lavoro) al travallo (travaglio). I dati confermano: la Spagna, che ha un’età di pensionamento legale a 65 anni, sta un filo sopra la Francia per 55-64 al lavoro, sfiorando l’Italia, che pure ha un’età legale di 67. Perché da noi il lavoro si è evoluto dall’idea di travaglio. Ma solo a parole.
E’ ormai chiaro come il sole che con le sanzioni l’Europa non solo ha condannato a morte l’economia del continente, ma ha anche messo a repentaglio la sua migliore arma di potere, l’euro, fortemente deprezzatosi rispetto al dollaro e ancor più rispetto al rublo. In teoria una moneta debole avvantaggia le esportazioni, il che però non avviene se l’energia a basso costo non è più disponibile per la produzione industriale, mentre gas e petrolio devono devono essere acquistati a caro prezzo e, per di più, con sanzioni che sbarrano l’accesso a parecchi mercati. Come è noto, perseguendo la solita politica restrittiva la Bce sta tentando un salvataggio della moneta unica con il rialzo dei tassi di interesse, che tuttavia, come è facile prevedere, provocherà una nuova strozzatura economica pesando completamente sulle spalle dei cittadini e soprattutto di quelli appartenenti ai ceti più poveri. Di tutto questo in “The Walking Debt” non vi è quasi traccia, quantunque la realtà sia quella cosa che non smette di esistere anche quando hai smesso di crederci. La UE, dal canto suo, sembra davvero una lepre paralizzata dai fari di un TIR che si avvicina a grande velocità, mentre tutta l’informazione, compreso questo sito, afferma che in realtà si tratta di due motociclette e che tutti i pericoli saranno scongiurati. “Andrà tutto bene”: è una previsione che abbiamo già sentita.
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Salve
Esistono già centinaia se non migliaia di luoghi dove troverà di che rifornire le sue narrazioni. Qui si parla della realtà che si trova più interessante in un’ottica che magari abbia un respiro più ampio del solito. Ed evidentemente quella che interessa a lei ascoltare non vi si trova se non incidentalmente. Mi spiace. Ma forse guardiamo cose diverse perché abbiamo diverse sensibilità. Coltivi liberalmente la sua. Io faccio lo stesso.
Grazie per il commento.
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Caro Sgroi, un malato di cancro non si cura con l’applicazione di un callifugo e la sua ottica, mi perdoni, avrà certamente “un respiro più ampio del solito”, ma non di rado – e, guardacaso, proprio in una congiuntura drammatica come quella che stiamo attraversando – risulta minimizzante e perfino elusiva. Perciò Le ripropongo un’immagine che ho già usato intervenendo in questo sito. Incombono su di noi quattro cavalieri dell’Apocalisse: il debito pubblico, la crisi energetica, l’inflazione galoppante e il divario Nord-Sud. Al di sopra di essi, incombe un quinto cavaliere, il più temibile e il più mortifero di tutti: la guerra in Ucraina. Ma, secondo Lei, “andrà tutto bene”?
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Gentilissimo
In ogni epoca troverà cavalieri dell’apocalisse. È la nostra non è peggiore di altre. Anzi, direi che siamo persino fortunati. Negli anni ‘70, per rimanere vicino a noi, stavamo persino peggio, visto che c’erano pure la guerra fredda e il terrorismo per le strade. Se poi indietreggia di qualche decennio, ad esempio gli anni trenta, può trovare anche di peggio. Eppure siamo qui, a discutere tramite uno strumento impensabile a quei tempi e persino meglio attrezzati per il futuro. Forse lei preferisce osservare i cavalieri dell’apocalisse. Io li conosco e tendo ad evitarli. Non portano da nessuna parte. Ma ovviamente è solo la mia opinione.
Buone cose e
Grazie per il commento
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