Cartolina. La Grande Fame

I ruggenti anni Venti del secolo XXI non li ricorderemo, come nel secolo XX, per una folle esplosione di vitalità, ma per un istinto assai meno nobile e piuttosto primitivo: la fame. Pandemia e guerra hanno fatto saltare le medie storiche dei prezzi dei beni alimentari, e pure se adesso il picco è stato superato, rimane il fatto che un miliardo di persone rischia di rimanere a stomaco più vuoto di quanto non lo abbia già, secondo una stima alquanto prudenziale del Fmi. Se a noi, abitanti dei paesi avanzati, sembra già tanto un aumento dei prezzi al consumo annuo del 10 per cento, pensate a come se la starà cavando un abitante della Guinea, per dire di uno dei tanti paesi in difficoltà, con un indice dei beni alimentari cresciuto di oltre il 20 per cento. Non si tratta, qui, di fare facile buonismo. Semplicemente, disinteressarsi delle sorti di questi paesi, pensando solo alle nostre, significa non aver compreso come funziona l’economia internazionale. La Grande Fame dei poveri, se non saziata, ne prepara un’altra. E non ci piacerà.