Cartolina. Ma la Cina (e il Giappone) no

E adesso spiegatemelo voi, che sapete tutto, perché in Cina e in Giappone non c’è l’inflazione. Che, rima a parte, è davvero un mistero gioioso. Uno dice: è colpa (merito) del comunismo. E allora il Giappone? Un altro dice: è merito (colpa) del capitalismo. E allora in Cina? E un altro ancora: è merito della posizione geografica. E via discorrendo. E noi, poveracci, travolti dall’ignoranza. Una cosa però la sappiamo, e possiamo urlarla ai quattro venti, senza tema di essere smentiti. Da noi l’inflazione è all’8 per cento o giù di lì. In Cina (e Giappone) no.
Butto lì un’ipotesi.
– In Cina e Giappone le catene di approvvigionamento sono molto più corte che da noi, semplicemente perchè producono in casa molti dei prodotti di cui hanno bisogno.
– Loro non si stanno strozzando con le sanzioni
– Almeno in Cina non fanno quantitative easing come non ci fosse un domani (questa è la principale causa di inflazione)
– Governi e industrie-multinazionali lì fanno squadra, per cui la speculazione è contenuta. Da noi invece c’è uno spaventoso disaccoppiamento fra interesse pubblico e privato.
Mi scuso in anticipo se ho detto qualche sciocchezza, non sono un economista cerco solo di capirci qualcosa
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Mi piacerebbe che il gestore di questo sito, per coerenza con la denominazione che tale sito inalbera, ci spiegasse, alla luce della “triste scienza”, mai come in questo periodo più cieca che veggente, perché Paesi come l’Italia, che pure hanno applicato ‘perinde ac cadaver’ le direttive della Troika (Bce, Fmi, UE), realizzando per oltre venti anni un costante avanzo primario (dato dalle entrate fiscali superiori alla spesa pubblica annuale), non siano riusciti egualmente a ridurre di una virgola il proprio debito pubblico. E ora con la forte ripresa dell’inflazione si trovano nuovamente, come nel 2001 e come nel 2007, sotto l’attacco della speculazione finanziaria internazionale.
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