Avete voluto più domanda aggregata? Tenetevela

Qualche giorno fa mi è arrivata dagli Stati Uniti una simpatica fotografia che ritraeva in primo piano una pompa di gasolio, dove accanto al prezzo, che sfiorava i sei dollari al gallone, qualche buontempone aveva attaccato l’adesivo di un arzillo Joe Biden, con l’indice puntato sul prezzo mentre esclama “I did it”.

Mi hanno spiegato poi che negli Usa ci sono un sacco di questi buontemponi, che hanno investito un po’ di dollari – e con questi prezzi neanche così pochi – per farsi stampare questi adesivi che attaccano sulle pompe ogni volta che fanno rifornimento. Una delle tante dimostrazioni del genio americano che dovrebbe insegnarci qualcosa. Almeno a ridere delle nostre disgrazie.

Invece niente. Qui da noi si sentono urla disperate perché il carburante ha superato in alcuni momenti i due euro al litro. Ricordo a tutti noi che prima della guerra russa in Ucraina, il diesel quotava circa 1,60 al litro e la benzina circa 1,72. Se non ci fossero i trenta centesimi di sconto fiscale per la benzina e gasolio, alle quotazioni di adesso, arriveremmo intorno ai 2,30 euro a litro per l’una e per l’altro, quindi con un aumento di 70 centesimi per il gasolio, quindi più o meno il 40 per cento, e di una sessantina per la benzina, ossia il 35%. Ma siccome abbiamo ancora lo sconto fiscale, l’aumento reale è stato circa della metà. Detto in soldoni, il costo dei carburanti da noi è aumentato più o meno del 25 per cento. Ancor meno se teniamo conto degli ultimi ribassi. Guardate adesso cosa è successo negli Usa.

Ho preso in esame il costo del diesel, ma quello della benzina non è così diverso. Notate che fra il 2020 e il 2021 il costo del gallone oscillava fra i due e i tre dollari. Adesso, ed è pure diminuito, sta oltre i cinque. In sostanza è raddoppiato. Se fosse successo qui da noi, altro che adesivi.

E tuttavia la trovata del nostro misterioso buontempone mi è tornata in mente leggendo l’ultimo rapporto che il Fmi ha sottoposto all’attenzione del G20 dove, fra i tanti e ormai consueti allarmi, leggo una frase molto chiara circa le responsabilità di questa ondata inflazionistica, che si sta diffondendo più velocemente del Covid: “L’inflazione globale ha continuato a salire. I driver chiave rimangono la persistente interruzione delle catene di fornitura, la continua forte domanda aggregata e un sostenuto incremento dei prezzi del cibo e dell’energia”.

Ed ecco qua il punto. Il povero Biden poteva fare ben poco per le catene di forniture. In compenso ha fatto molto, e Trump ha fatto altrettanto prima di lui, per la domanda aggregata. E mica solo Biden. L’Occidente ha reagito alla pandemia aumentando la domanda aggregata, in miriadi di modi. Forse non poteva fare diversamente. Ma sembra che non facciamo altro da decenni. C’è un problema? Aumentiamo la domanda aggregata. L’offerta seguirà. E invece no. Non questa volta.

Sicché il nostro misterioso buontempone, che magari è lo stesso che ha usato gli stimoli elargiti dal buon Biden per comprarsi l’auto usata – quelle nuove non si trovavano – contribuendo non poco a far salire l’indice dei prezzi, oggi attacca adesivi, dovendo fare i conti con un’inflazione che ha mille ragioni e un solo esito: la distruzione del suo reddito. Almeno se è fisso. Se invece non lo è, potrà aggiustarlo ritoccando i listini, come ha fatto di recente Amazon col suo abbonamento Prime rincarato del 30 per cento, o nei mille modi in cui si industriano gli agenti economici quando l’indice dei prezzi impazzisce. Ma aggiustare non significa migliorare.

E il governo? Poiché non può aumentare l’offerta, né controlla i prezzi energetici, o almeno non completamente, farà l’unica cosa che gli riesce meglio: aumentare la domanda aggregata. Già il popolo lo chiede. E l’inflazione? Pazienza, se la vedrà la Banca centrale. E in ogni caso, l’avete voluta la domanda? Tenetevela.

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  1. Daniele

    credo che le sanzioni contro la Russia che si sommano a quelle contro Iran e Venezuela, possano essere un fattore tra i più rilevanti per spiegare l’impennata dei costi energetici.. non siamo obbligati a mantenerle, è una scelta politica del tutto opinabile..

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  2. Maurizio Sgroi

    Salve,
    ogni scelta politica è opinabile. Anche quella che ci vede schierati col fronte occidentale contro l’aggressione russa all’ucraina. però su alcune scelte dovremmo chiederci cosa conti veramente. la libertà ad esempio, credo che conti. questo può risultare opinabile, ma solo perché la libertà di opinione glielo consente.
    grazie per il commento

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