Cartolina. Forza Europa

Visto che l’Europa riempie le piazze, vale la pena ricordare un’evidenza che pochi conoscono e molti trascurano di osservare: i paesi che sono entrati nell’Ue nel 2004, anno dell’ultima stagione di allargamento, hanno visto tassi di crescita di Pil pro capite più che doppi rispetto ai paesi che già erano nell’area, che comune sono cresciuti anche loro, pure se meno, grazie a questo allargamento. L’Ue fa bene a tutti, insomma, anche se non a tutti nello stesso modo. Non è tutto oro, quello che riluce, ovviamente. E l’ingresso in una regione economica complicata come la nostra, che incorpora oggi anche un notevole rischio politico, richiede anche molti sacrifici, come sappiamo bene noi italiani. Però il gioco vale la candela, e vale anche sforzarsi per tenerla accesa. Non solo per il pil ormai. In gioco c’è molto di più. E forse lo abbiamo capito, visto che l’Europa riempie le piazze e ci invita ad essere forti. Perciò, forza. Forza Europa.

Un Commento

  1. Avatar di Eros Barone
    Eros Barone

    Se c’è un ‘post’ di cui non condivido neanche le virgole è questo. Cominciamo allora col dire che l’europeismo è un mito che fa il gioco della Germania, che dell’Europa si sente il centro, magari in condominio con la Francia, e dell’Europa vorrebbe essere l’arbitro. Ma noi? Che c’entriamo noi e perché ci siamo prestati e ancora in parte ci prestiamo a questo gioco? Come civiltà mediterranea, il nostro ideale ha un respiro universale e va al di là di ogni confine e di ogni continente. Il vero problema che ci dobbiamo porre è semmai quello dell’unificazione di Occidente e Oriente e la cultura italiana potrebbe essere all’avanguardia del processo verso l’unità di tutte le culture e di tutte le tradizioni: una sintesi profonda, viva e operante della cultura umanistico-letteraria e della cultura scientifico-tecnica. In conclusione, l’ideale europeo non esiste, anche se viene dato (con o senza i valori dell’illuminismo, con o senza i valori del cristianesimo) per acquisito e per pacifico, quando invece esso è non soltanto molto problematico e discutibile, ma addirittura di carattere negativo, quindi tale da ingenerare sul piano culturale equivoci e disorientamenti pericolosi, che si accompagnano ad effetti sempre più gravi sul piano economico, sociale e politico. Sennonché ciò che fa veramente pena e suscita disgusto è che alcuni personaggi vanno organizzando manifestazioni per ‘più UE’, dimostrando di essere o sprovveduti o eterodiretti, anche se spesso queste due caratteristiche procedono congiuntamente. In realtà, quella che va celebrata è proprio la fine dell’Europa, non solo di quella immaginata e sperata in base alla concezione franco-tedesca sposata dall’autore del ‘post’, ma è la fine di qualsiasi unione possibile fondata sulla democrazia. I veri elettori dei regimi autoritari sono i 40000 soldati che Crosetto, con la piena approvazione di Prodi, vorrebbe reclutare per potenziare le forze armate italiane, ma soprattutto sono le forze di polizia che a Bucarest intervengono contro i cittadini che scendono in piazza per protestare contro il colpo di Stato antipopolare imposto dalla UE e per difendere il proprio futuro e la propria dignità. Del resto, l’Europa è come uno di quegli animali presi nella tagliola: qualsiasi mossa facciano, la situazione non potrà che peggiorare. Il che non è certo una sorpresa, visto che il tasso di intelligenza sia dei dirigenti della UE sia di quelli dei singoli Stati è andato decrescendo a partire dalla creazione dell’euro, arrivando a livelli infimi con Ursula von der Leyen. Dal canto suo, Trump con le sue continue minacce di dazi e il suo stile ‘bombastico’ non fa altro che sollevare il velo sul fragile modello economico dell’Europa. E in questo senso, proprio gli americani hanno un modo di dire che si applica bene all’Europa di oggi: “frustare un cavallo morto”. 

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