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Cronicario: Previsioni di cambiamento? Macché: cambiamento di previsioni

Proverbio del 25 gennaio Due buoni oratori non valgono un buon ascoltatore

Numero del giorno: 59.083.000.000 Spesa degli italiani per carburanti nel 2018

Confesso che da tempo mi mancavano le parole illuminate del ministro Pamplona, universalmente noto per la sua teoria dell’attivo commerciale contrazionario (cd “risparmio inutilizzato”) che ha sommosso l’accademia di Svezia.

Ebbene oggi il nostro maestro di pensiero, dalle incontaminate vette della sua veneranda età ci ha elargito alcune perle che non vediamo l’ora di leggere in versione integrale, dovendoci per adesso accontentare delle pallide anticipazioni della stampa, che però dannò già la misura del pensatore.

Vi do solo alcune perle. Tralascio la grande verità che i problemi di Carige sono “dovuti a lacune dell’Unione monetaria”, e quindi dell’Ue, mica nostre…

e vengo al cuore dei nostri problemi: noi sbagliamo a fare le previsioni. Non abbiamo abbastanza capacità di prevedere il futuro della nostra economia e così deprimiamo gli spiriti animali degli italiani. Tutto d’improvviso mi è diventato chiaro.

Questa cosa della crescita dell’1,5% detta dal nostro amato Pinocchio, che per un giorno almeno ha surclassato il Gatto e la Volpe suoi mentori (meglio conosciuti come Vicepremier Uno e Due a vostra scelta), che a molti era sembrata un’esagerazione dovuta alle altitudini svizzere, finalmente ha trovato la sua spiegazione nelle parole del nostro mentor of the mentors. L’Oltre-Mentor.

Sono le previsioni del FMI, della Banca d’Italia e di chissà chi altri, che sono “obsolete”. Il premier, immagino  istruito a dovere dal Mentos, guardava con occhi nuovi al futuro.  “Dobbiamo cambiare metodo di analisi”, ha detto infatti il Nostro rapito dall’estasi oracolare. “Il modello econometrico che usiamo non funziona più, il problema è nello strumento usato per le previsioni, esiste un modo di elaborare numeri enormi di Big data con l’intelligenza artificiale”.

Facile: “Di recente ho incontrato un rappresentante di un fondo cinese e mi ha detto che in Cina usano algoritmi basati sull’intelligenza artificiale”.

E tutti vissero felici e contenti.

Buon week end.

Cronicario: E dopo Creval anche Carige finisce nel Branko

Proverbio del 17 novembre Si può aiutare a rialzarsi solo chi si sforza di farlo

Numero del giorno: 1,34 Incidenza % sul pil della spesa per R&S in Italia

Cheppalle ‘ste banche. Non smetti di preoccuparti di una che ne arriva un’altra a turbarti il prefestivo. M’ero appena ripreso dall’ansia per il Creval che arriva la Carige. L’avrete saputo: è saltato il consorzio di garanzia per l’aumento di capitale da 560 milioni caldamente suggerito dalla vigilanza. Panico, orrore e raccapriccio. E soprattutto caccia ai soldi. Che conoscendo i genovesi…

Ora non è tanto la disavventura in sé che mi stupisce – sui guai della Carige sono stati versati fiumi d’inchiostro – quanto il fatto che un’altra banca si è aggiunta al già affollato banco dove banche e banchette son sedute minacciando di banchettare a spese delle mie tasse, come diversi celeberrimi anticipatori.

Ormai ho perso il conto di quante siano, ‘ste banche: venete, senesi, liguri, e neanche me lo voglio ricordare, per non guastarmi il week end. Più che un banco ormai è un branco, e non mi consola affatto sentire l’ex commissario Cottarelli, noto alle cronache per aver tentato senza successo di esorcizzare la spesa pubblica italiana col rito della spending review, che in fondo è colpa della crisi, dello spirito del tempo o di chissà cos’altro. Mai che fosse colpa di qualcuno. Cottarelli più che a un branco mi fa pensare a un Branko.

No, non quello dell’oroscopo sul Messaggero. Quest’altro.

Anche lui fa oroscopi, a ben vedere, per sminuzzare lo spirito del tempo e azzardare previsioni. Solo che parla di soldi e fotografa flussi astrali sotto forma di statistiche sulla ricchezza, tema che appassiona i tantissimi che nascondono conflitti mal risolti con sentimenti inconfessabili.

Volete un esempio degli oroscopi del nostro Branko finanziario, oggi in grande spolvero a una conferenza Luiss? “Anche i cittadini più poveri degli Stati Uniti sono ricchi più della metà dei cittadini del resto del mondo”. Oppure: “Negli ultimi 20 anni, con crescita di Cina, India e Asia in generale assistiamo a un ribilanciamento globale”. E mi fermo qui perché il succo è chiaro: siamo infilati in un andamento cosmico che favorisce il contadino cinese e manda in disgrazia i banchieri genovesi, dopo quelli senesi, veneti, eccetera. Non è mai colpa di nessuno, insomma: è un’ingiustizia globale.

Si sa che contro le ingiustizie c’è poco da fare (ma molto da guadagnare), tranne che darne notizia, perciò prima di salutarvi ve ne confesso un’altra che mi ha tolto il sonno: ho scoperto che avere più figli non serve a stimolare nei padri la vocazione del lavoro part time. Al contrario di quanto accade alle madri.

Com’è possibile, mi dico, che avere tre figli in casa non motivi un qualunque bravo padre a passare più tempo con loro, a guadagnare di meno e al tempo stesso mantenerli con agiatezza?

Un giorno, appunto. Al massimo.

Buon week end.