Cronicario: Facciamo pace (fiscale) adesso o anche dopo
Proverbio del 30 aprile Il sapiente dubita della sua sapienza
Numero del giorno: 506.000 Famiglie che hanno avuto il Rei da gennaio 2018 a marzo 2019
Partire è come morire, lo sanno tutti. Perciò non stupitevi se tornando a casa dopo il lungo ponte avrete la sensazione di essere degli zombie. Anzi, siatene lieti: significa che siete intonati col resto del paese, che discute sempre delle stesse cose da alcuni decenni e continua a farlo.
Ve la faccio breve perché domani è di nuovo festa e mi stanco solo a pensarci. Stasera scadono i termini per la “pace fiscale”, nome social-edulcorato dell’ennesimo condono fiscale meglio noto come rottamazione-ter, che quindi ne evoca altre due già scontate. I bene informati ci fanno sapere che sono arrivate 1,3 milioni di domande, 800 mila delle quali avanzate on line e il resto agli sportelli.
Quest’ennesimo grande successo del governo del cambiamento, che fa il paio col milione abbondante di redditi di cittadinanza e i quasi 130 mila quotisti 100 che si preparano alla pensione, ci fa capire quanto siamo fortunati ad avere un governo così bene intonato con i bisogni autentici della cittadinanza.
Ora lo so che anche voi siete stanchi all’idea di un’altra festa domani e per giunta vi tocca pure sbrigarvi a fare quell’altra pratichetta pacificatrice, perché nel mezzo del ponte vi eravate dimenticati di quell’altro debituccio con Fisco non pagato. Ma non state a preoccuparvi. Vicepremier Uno (o Due fate voi) ha già detto che scaduto il termine di oggi, ne arriverà un altro. La pace prima di tutto.
Buon primo maggio.