Cronicario: L’Irlanda del Nord resta nell’UE, poi ritorna il resto dell’UK
Proverbio del 2 ottobre Se incontri qualcuno senza sorrisi, regalagliene uno dei tuoi
Numero del giorno: 109,113 Evasione fiscale in miliardi in Italia nel 2016
C’è poco da ridere, ma proviamoci lo stesso. Il premier britannico, che gareggia per grazia e pettinatura con Mister T.
ha recapitato alla stampa amica il suo piano geniale per fare la Brexit senza farla. Almeno per l’Irlanda del Nord, che dovrebbe rimanere nell’Ue, relativamente alle questioni commerciali e doganali, non solo per i due anni del periodo di transizione, quindi fino al 2021, ma per altri quattro dopo, quindi fino al 2025, almeno limitatamente ai beni agricoli e industriali, quando poi gli irlandesi britannici potranno decidere del loro futuro. Nel frattempo nessuna barriera alla frontiera, che violerebbero gli accordi del Venerdì Santo, ma controlli non si capisce bene dove e fatti come.
L’Ue ha subito risposto che leggerà attentamente la proposta del compagno Boris, peraltro del tipo “prendere o lasciare”, con sottofondo di No deal. Mentre l’altra metà dell’Irlanda, quella che sta nell’EZ e nell’UE, già inizia a rumoreggiare.
Prima che iniziate a preoccuparvi, che la minaccia del no deal offuschi il vostro dopopranzo, che l’idea che le due Irlande tornino a farsi del male, o che il compagno Boris si ammali di alopecia, sappiate che una fonte sicurissima a tripla A, alla quale mi sono rivolto ansioso,
mi ha spiegato che la mossa del nostro amico pettinato è diabolicamente sagace. Boris lascia l’Irlanda del Nord nell’Ue apposta. Così è più facile farci rientrare il resto dell’UK dopo. Ma senza di lui.
A domani.