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Cronicario: Ci estingueremo, ma con la flat pax

Proverbio del 20 giugno L’eccesso di nettare è un veleno

Numero del giorno: 42,1 Quota % italiani 20-34enni sovra-istruiti rispetto alla loro occupazione

Siccome le ottime notizie abbondano nel nostro meraviglioso paese, oggi mi voglio rovinare e ve ne dico due insieme. Anzi: crepino l’avarizia e i vincoli Ue: ve ne dico persino tre. La prima è la migliore: finalmente ci stiamo estinguendo.

Ci stiamo mettendo un po’ troppo, è vero. Però le ultime dall’Istat sono rassicuranti. Il capo dell’istituto giura che stiamo vivendo una crisi demografica che ricorda quella del 1917-18, quando oltre alla guerra contribuì a sterminarci pure la spagnola, che non era un commissario Ue (ancora non c’erano: nostalgia canaglia) ma un’influenza. Oggi che ci sono pure i commissari Ue speriamo di far meglio. E infatti ce la stiamo mettendo tutta. Per dire: nel 2018 sono nati circa 439 mila bambini, 140 mila in meno rispetto al 2008. Ciò malgrado solo il 5% degli intervistati dichiari che di avere figli proprio non ha voglia. Dal che uno potrebbe pensare che l’altro 95% non veda l’ora. Senonché poi si scopre che il 45% delle donne fra i 18 e i 49 anni (dato 2016) non ha figli.

La lenta estinzione dell’italica stirpe – ormai è chiaro a tutti – è il modo più intelligente che abbiamo trovato per non ripagare il debito pubblico, visto che le speranze di abbatterlo con la crescita del pil – e questa è la seconda buona notizia – sono ridotte al lumicino. Sempre Istat, nel suo rapporto annuale, dice che è probabile che nel secondo trimestre la crescita sarà negativa. Col che finalmente penetriamo il senso profondo di certi annunci del nostro beneamato governo.

Ma siccome le gioie non finiscono mai, ci pensa il nostro VicePremier Unoemezzo a mettere la ciliegina sulla torta della nostra dolcissima estinzione. Gli bastano due paroline magiche ormai capaci di evocare gioia e felicita: flat tax. “Noi vogliamo abbassare le tasse, soprattutto con la flat tax per famiglie monoreddito, partite Iva, artigiani, piccoli imprenditori. Per redditi fino a 65mila euro ci sarà l’aliquota del 15%, fino a 100mila euro del 20%”.

Ora non voglio ripetere cose che già sapete. Ma ricordarle si.

In pratica se si adottassero le aliquote promesse, il governo avrebbe davvero fatto il miracolo di far estinguere il prelievo fiscale ancor prima di noi. Il che, ne converrete, è meraviglioso: potremo spendere i nostri ottocento e passa miliarducci l’anno senza più avere la seccatura di preoccuparci delle entrate. E soprattutto finalmente  si realizzerà la profezia contenuta nel sacro contratto di governo.

Con la flat tax, finalmente trasformata in flat pax finalmente ci estingueremo felicemente. RIP.

A domani.

 

 

 

Cronicario: Dalla flat tax alla flat pax

Proverbio del 18 marzo Seguendo le ombre non si acquista sostanza

Numero del giorno: 77 Quota % aziende quotate controllate da un solo azionista in Italia

Ah che bello: ritornano le promesse. La flat tax, ve la ricordate? Se ne parlava già nel bellissimo contratto, quando fuori infuriava lo spread e noi giustamente ce ne infischiavamo perché se aumentano i tassi vuol dire che i Bot rendono di più. E oggi, che finalmente si avvicinano nuove elezioni (europee ma tutto fa brodo), Vicepremier Uno (o Due, fate voi) se n’è uscito dicendo che l’anno prossimo tocca alle famiglie. Come cosa?

Ma perbacco: le tasse al 15% per chi guadagna meno di 50 mila euro. Cioé in pratica tutti gli italiani.

In pratica il 5,28% dei 40 milioni di contribuenti, circa due milioni quindi, dovrebbero compensare con le loro tasse il buco che si aprirebbe tagliando al 15% le tasse ai quasi venti milioni fra i 15 e i 50 mila. O, in alternativa dovrebbero diminuire le spese complessive dello stato.

Di quanto poi? E anche qui, vai a capire. La domanda quanto costi la flat tax, ha scatenato più interpretazioni del sesso degli angeli in epoca bizantina. Le stime si rincorrono strafottenti, col nostro Vicepremier Due (o Uno, fate voi) che parla di una dozzina di miliardi, da mettere nel mucchio assieme agli altri che serviranno l’anno prossimo. Mentre gli alleati del governo verdolino dicono che i miliardi che servirebbero sono una sessantina e parlano di “promessa che non si può mantenere”.

Addirittura il MEF, arriva a smentire che ci sia, nei suoi cassetti, uno studio specifico. Parola del ministro Mammamia, che voglio dire: è una certezza. La confusione impera finché non arrivano concilianti e finalmente esplicatorie le parole di un sottosegretario: “L’importante è che si remi tutti nella stessa direzione”.

Se questa è la direzione, dalla flat tax alla flat pax ci vuole un attimo. Pure meno.

A domani.