Cartolina. Il Dollaro Emergente

Zitto zitto il dollaro statunitense ha assunto dall’inizio della crisi Covid un atteggiamento che lascia sospettare che dietro la notizia esagerata della sua morte imminente si celasse una insospettabile metamorfosi. Prima, per dirla con le parole degli studiosi della Bis, quando i prezzi delle commodity salivano il dollaro scendeva, e viceversa. Invece negli ultimi tre anni si è osservato che il valore del dollaro, misurato in termine di cambio reale, è aumentato insieme al prezzo delle commodity. Una rivoluzione, che stravolge convinzioni che si radicavano da un quarantennio. Gli studiosi ipotizzano che ciò dipenda dall’esser divenuti, gli Stati Uniti, esportatori netti di beni energetici. Quindi l’aumento del costo di questi beni apprezza anche la valuta che li denomina e insieme le ragioni di scambio Usa. Questo vuol dire che prima i paesi che importavano commodity denominate in dollari potevano contare sull’indebolimento relativo della valuta americana, che in qualche modo compensava le loro bollette energetiche. Adesso non più. Quando il petrolio sale, il dollaro sale e tutti gli altri, a cominciare da noi europei, paghiamo relativamente di più. Il dollaro emergente non è più il vecchio dollaro di prima. Salvo il fatto della sua capacità egemonica. Che è aumentata.

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