Categoria: cronicario

Cronicario: Arriva il reddito di figliolanza per chi ha bimbi fino a 26 anni

Proverbio del 5 luglio Chi è buono e ha molti amici non accumula ricchezze

Numero del giorno: 60,45 Numeri di terawatt/ora consumati ogni anno per produrre Bitcoin (quanto la Svizzera)

Allora, lo sapete già: ci stiamo felicemente estinguendo alla faccia di chi, come l’Istat, continua a lanciare allarmi sulla nostra situazione demografica. Ma noi, geni come siamo, ce ne infischiamo da un decennio almeno.

Ora succede che il governo del cambiamento, notoriamente amante delle imprese impossibili, si è messo in testa di far rialzare (ops) la curva delle nascite con una trovata talmente intelligente che poteva venire in mente solo a un ministro della famiglia italiano del governo del cambiamento. Riporto testualmente perché sfioriamo l’arte: “Il governo lavora a un assegno unico che va dai cento ai trecento euro per ogni bambino dai zero fino ai 26 anni: credo che in questo modo riusciremo a contrastare il calo demografico”.

Incredibile eh? Un assegno unico di 100-300 euro (mensile, annuale, una tantum?) per ogni “bambino da zero a 26 anni”.

Che se ci pensate non fa una piega. Bambini ancora a 26 anni, adolescenti a 50 col sogno di fare i pensionati a 60. Baby ovviamente.

Buon week end.

 

 

Cronicario: Arriva il ministro dell’Okkupazione

Proverbio dell’1 luglio La sfortuna non viene mai da sola

Numero del giorno: 1,9333 Rendimento % del Btp decennale italiano a metà mattinata

E quando leggo il sacro blog incoronare il nostro beneamato VicePremier “ministro dell’Occupazione”, improvvisaamente la vita mi si riavvolge davanti agli occhi, e capisco che sto per morire di felicità. Negli ultimi istanti mi sovviene una nota Istat che certifica gli straordinari meriti del governo del cambiamento: a maggio la disoccupazione è scesa dell 0,2%, siamo nientepopòdimeno che sotto il 10%.

Lo so, sono soddisfazioni. Specie considerando che questo nuovo miracolo italiano si è verificato tenendo fermi gli inattivi – una delle glorie nazionali – stabili al 34,3% e quindi è cresciuta l’occupazione, arrivata al 59%, nientepopòdimeno che lo 0,1% in più su base mensile che diventa lo 0,4 su base annuale

Capirete perché di fronte a questo meraviglioso successo, si possa cadere in tentazione e si fatichi a frenare l’entusiasmo.

Ma la buona notizia deve ancora arrivare. Il ministro dell’Occupazione è solo il primo passo. Poi arriverà quello dell’Okkupazione.

A domani.

 

Cronicario: Inflazionatemi tutto, ma non le vacanze

Proverbio del 28 giugno Mentre nuoti ricordati i vestiti a riva

Numero del giorno: 5.500.000.000 Calo raccolta risparmio gestito in Italia a maggio

E ad un certo punto della mattina il nostro amatissimo Istat produce la sua buona notizia del giorno. L’inflazione è ferma, immobile, marmorea. Neanche il caldo sorosiano riesce a scongelare i prezzi.

Una bellissima notizia, ne converrete. Specie adesso che cominciano le vacanze e uno riesce pure a risparmiare qualcosa.

No aspe’…

 

Per fortuna il carrello della spesa cresce solo dello 0,3%. Sarà un’estate bellissima (semicit.).

Buon week end.

A lunedì.

Cronicario: Non c’è sfiducia, c’è solo caldo

Proverbio del 27 giugno Le chiacchiere non cuociono il riso

Numero del giorno: 20 Taglio % forza lavoro previsto dalla Ford in Europa

Oggi è uscita la solita nota della fiducia di Istat ed è venuta fuori una notizia che ha lasciato tutti a bocca aperta: siamo scesi sotto quota 100.

Ma no, che avete capito? Non si parlava mica (una volta tanto) di abbassamento dell’età pensionabile (purtroppo). Si parla di fiduci. Quelle delle famiglie a giugno è scesa sotto i 100, a 99,3. Quelle delle imprese da 111,6 a 109,6.

Vedete che belline le curve là sopra? Ecco, noterete che si sono un po’ ammosciate e francamente è una cosa  inspiegabile. Siamo circondati da notizie fantastiche. Per dire: l’Ilva chiuderà a settembre, così la finiamo di inquinare il litorale puglies: e uno. L’Alitalia si perde pure Atlantia, perché i due VicePremier non riescono a farne uno intero e litigano su tutto: e due. Di sicuro c’è la fila là fuori per comprarsi la compagnia. Aumentano pure le entrate fiscali: e tre. Che però verranno tagliate quanto prima: e quattro. Soprattutto aumentano le spese pubbliche che molto presto moltiplicheranno i pani e i pesci in modo da avere una fine d’anno bellissima (semicit.): e cinque.

E c’è anche una sesta ottima notizia. E’ stato approvato il decreto sulla crescita, che come ha prontamente tweettato il Primo Minestra “è il segnale di un Paese che fa sistema e rilancia l’economia. Agevolazioni fiscali per le imprese, promozione degli investimenti privati, tutela del made in Italy: il Governo è con i cittadini per continuare a crescere. Insieme”.

E allora come si spiega il calo di fiducia, per giunta proprio nella bella stagione? Facilissimo: fa troppo caldo. Vorrei vederlo il vostro sentiment a 38 gradi all’ombra. Il mio s’è squagliato. Mi sono ammosciato come un gelato sciolto. Peggio: come le curve dell’Istat. Ma non mica colpa mia, sia chiaro. Il cambiamento climatico indotto dalla globalizzazione voluta dal turboliberismo sorosiano che sponsorizza l’Ue ha guastato il nostro meraviglioso clima mediterraneo di una volta. Non ci sono più le mezze stagione, l’avrete sentito dire. Ma non state a preoccuparvi,il governo del cambiamento (climatico) sovrano ha una soluzione geniale pronta.

Più ghiaccio per tutti. Meglio nello spritz.

A domani.

Cronicario: Ci estingueremo, ma con la flat pax

Proverbio del 20 giugno L’eccesso di nettare è un veleno

Numero del giorno: 42,1 Quota % italiani 20-34enni sovra-istruiti rispetto alla loro occupazione

Siccome le ottime notizie abbondano nel nostro meraviglioso paese, oggi mi voglio rovinare e ve ne dico due insieme. Anzi: crepino l’avarizia e i vincoli Ue: ve ne dico persino tre. La prima è la migliore: finalmente ci stiamo estinguendo.

Ci stiamo mettendo un po’ troppo, è vero. Però le ultime dall’Istat sono rassicuranti. Il capo dell’istituto giura che stiamo vivendo una crisi demografica che ricorda quella del 1917-18, quando oltre alla guerra contribuì a sterminarci pure la spagnola, che non era un commissario Ue (ancora non c’erano: nostalgia canaglia) ma un’influenza. Oggi che ci sono pure i commissari Ue speriamo di far meglio. E infatti ce la stiamo mettendo tutta. Per dire: nel 2018 sono nati circa 439 mila bambini, 140 mila in meno rispetto al 2008. Ciò malgrado solo il 5% degli intervistati dichiari che di avere figli proprio non ha voglia. Dal che uno potrebbe pensare che l’altro 95% non veda l’ora. Senonché poi si scopre che il 45% delle donne fra i 18 e i 49 anni (dato 2016) non ha figli.

La lenta estinzione dell’italica stirpe – ormai è chiaro a tutti – è il modo più intelligente che abbiamo trovato per non ripagare il debito pubblico, visto che le speranze di abbatterlo con la crescita del pil – e questa è la seconda buona notizia – sono ridotte al lumicino. Sempre Istat, nel suo rapporto annuale, dice che è probabile che nel secondo trimestre la crescita sarà negativa. Col che finalmente penetriamo il senso profondo di certi annunci del nostro beneamato governo.

Ma siccome le gioie non finiscono mai, ci pensa il nostro VicePremier Unoemezzo a mettere la ciliegina sulla torta della nostra dolcissima estinzione. Gli bastano due paroline magiche ormai capaci di evocare gioia e felicita: flat tax. “Noi vogliamo abbassare le tasse, soprattutto con la flat tax per famiglie monoreddito, partite Iva, artigiani, piccoli imprenditori. Per redditi fino a 65mila euro ci sarà l’aliquota del 15%, fino a 100mila euro del 20%”.

Ora non voglio ripetere cose che già sapete. Ma ricordarle si.

In pratica se si adottassero le aliquote promesse, il governo avrebbe davvero fatto il miracolo di far estinguere il prelievo fiscale ancor prima di noi. Il che, ne converrete, è meraviglioso: potremo spendere i nostri ottocento e passa miliarducci l’anno senza più avere la seccatura di preoccuparci delle entrate. E soprattutto finalmente  si realizzerà la profezia contenuta nel sacro contratto di governo.

Con la flat tax, finalmente trasformata in flat pax finalmente ci estingueremo felicemente. RIP.

A domani.

 

 

 

Cronicario: Vogliamo rispettare le regole Ue, ma con lo shocko fiscale

Proverbio del 19 giugno L’uomo a qualunque età non è mai perfetto

Numero del giorno: 5,8 Crescita % export italiano su base annua ad aprile

Come sempre bellissimo, pettinatissimo e forbitissimo, oggi il nostro meraviglioso Primo minestra s’è fatto vedere alla Camera dove gli onorevoli attendevano in trepidante attesa le sue dichiarazioni.

Discorso in vista del consiglio europeo di domani e dopodomani dove ci aspettano grandi cose. Il nostro Primo, per nulla timido, ha auspicato persino “un portafoglio economico di prima linea per l’Italia” nella prossima Commissione Ue. Col che ingenerando qualche equivoco.

Si è capito dopo che parlava della futura Commissione Ue. A proposito: chissà se quella uscente lancerà sul tavolo del Consiglio anche quella praticuccia dell’infrazione sul debito. Quei numeretti là, sapete di cui forse si occuperà l’Eurosummit del 21 che il Nostro auspica “non faccia scelte divisive”.

Anche perché sia chiaro: “L’Italia intende rispettare le regole europee”. Al massimo ci prendiamo la libertà di “una riflessione incisiva su come adeguare le regole stesse affinché l’Unione sia attrezzata ad affrontare crisi finanziarie sistemiche e globali e assicuri un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita”.

Questa pericolosa deriva estremista pare sia condivisa anche dal ministro Mammamia, che rima e non a caso con economia, che ha rilasciano una intervista davvero sfidante al FT nella quale fra le altre cose dice che non solo “i minibot non servono e nessuno vuole uscire dall’euro“, ma che esiste la possibilità che spenderemo 3-4 miliardi in meno da reddito di cittadinanza e quota 100. Quindi risparmieremo sul deficit, che comunque dovrà essere ridotto.

Arguisco che il governo ha un piano. Ci presenteremo dicendo che vogliamo rispettare le regole Ue, ma anche ridurre il deficit. E che magari aumenteremo anche l’avanzo primario, visto che ci siamo, visto che siamo l’ultimo paese europeo ad avere un costo degli interessi sul debito più alto della crescita nominale.

Immaginatevi gli applausi. Ma poi quando meno se l’aspettano, caliamo l’asso, plasticamente anticipato poco fa dal glorioso VicePremier Unoemezzo sui social: “Governi fessi, complici e ignoranti non ce ne sono più. Stiamo lavorando per avere uno shock fiscale”. Semmai uno shocko.

A domani.

Cronicario: L’Italia esce dall’euro ed entra nel dollaro

Proverbio del 18 giugno Il frutto maturo cade da solo ma non nella nostra bocca

Numero del giorno: 0,9 Tasso % inflazione in Italia a maggio su aprile

E dopo aver seguito come Pollicino le migliaia di mollichine seminate dal governo del cambiamento lungo il percorso verso la nostra perenne felicità, posso dire che con la giornata di oggi si è segnata una tappa epocale del percorso suddetto.

Ma prima di allietarvi con la notizia del giorno, bisogna fare alcune premesse necessarie. Partiamo da un fatto: la povertà esiste ancora, perbacco.

Poco male, è una conseguenza del fatto che esiste ancora anche la ricchezza, ma fonti beninformate ci dicono che il governo del cambiamento sta lavorando anche su questo, quindi aspettiamo fiduciosi. Nel frattempo contentiamoci di sapere che l’abolizione della povertà è solo rimandata. I segnali ci sono tutti. Si comincia dalla flat tax, che, giura Vicepremier Unoemezzo, più scatenato che mai “è una priorità”, allerta arrivato poco dopo che il VicePremier di complemento (di Due) aveva detto che la priorità era il salario minimo.

Sicché è dovuto intervenire il vecchio saggio, nella figura del ministro Mammamia, che rima con Economia e non a caso. Prima ha speso parole forti contro i minibot “non penso che si faranno, voglio essere chiaro su questo”, dopo che il VicePremier Unoemezzo aveva detto il contrario. Poi ha offerto ai due litiganti, che marciano divisi per spendere uniti la regina delle soluzioni capace di fare felici tutti. Ma proprio tutti eh.

“Flat tax e salario minimo sono importanti”, ha detto il ministro Mammamia, “ma bisogna vedere come fare”. E a chi gli ricordava le parole del solito VicePremier che esortava il governo a varare una manovra fiscale trumpiana, ossia spendere come se non ci fosse un domani, il ministro ha detto: “Per fare una manovra trumpiana serve il dollaro, noi abbiamo l’euro”.

Ecco la novità: Nel corso del week end usciremo dall’euro ed entreremo nel dollaro. Ma non ditelo a nessuno. E’ un segreto.

A domani.

L’irresistibile attrazione di Dubai per la rotta artica russa

E’ passata quasi inosservata, al di fuori dei circoli dei notiziari specializzati, la notizia della firma di un accordo di collaborazione a quattro fra la DP World, il gigante della logistica basato a Dubai, e altre tre entità russe per lo sviluppo delle infrastrutture portuali lungo la Northern sea route, il grande progetto col quale Putin sogna di far concorrenza al Canale di Suez. Il memorandum di intesa è stato firmato anche dalla Rosatom, la corporation russa alla quale il governo ha dato l’incarico di sviluppare la nuova arteria attorno al circolo polare artico, dal Russian direct investment fund e dalla Norilsk Nickel, uno dei principali produttori al mondo di nickel e palladio.

Per farsi un’idea del peso della DP World a livello globale, basta osservare questa mappa presa dal sito della società.

Vale anche la pensa ricordare che proprio di recente la Russia ha approvato i progetti per costruire due importanti fermate della sua “Transartica”, che consentiranno ai cargo di collegarsi più agevolmente sia col mercato europeo che con quello cinese, ossia i principali destinatari delle spedizioni russe, che sono per lo più di natura energetica.

E questo ci aiuta a capire perché gli Emirati possano essere interessati. “La Russia sta creando la rotta più veloce tra il Nord Estremo Oriente e l’Europa “, ha detto alla stampa l’amministratore delegato di DP World Sultan Ahmed bin Sulayem, mentre era in corso il forum economico annuale di San Pietroburgo dove l’intesa è stata siglata. “DP World si trova in una posizione unica per guidare lo sviluppo della NSR. Siamo entusiasti delle possibilità e dei vantaggi che ciò porterà non solo all’economia russa, ma anche ai clienti in Asia e in Europa”. Detto semplicemente, è arrivato un altro giocatore, nel Grande Gioco Artico.

Cronicario: Crolla la produzione (di smog) auto

Proverbio del 10 giugno Il mondo lusinga l’elefante e se infischia della formica

Numero del giorno: 3.9 Calo % produzione manifatturiera in UK ad aprile

E se non siete fra quelli che festeggiano per il crollo della nostra produzione industriale di aprile, e in particolare di quella automobilistica, allora è chiaro: siete dei terroristi ecologici senza cuore.

Se vi risulta troppo dispersivo leggere tutte queste parole, guardate le figure: non serve neanche essere particolarmente versati: quand’è su va su, quand’è giù va giù.

Ne caso poi voleste approfondire, sappiate che una buona parte di questo andamento declinante lo dobbiamo al nostro settore auto, che ha ceduto un bel po’ di produzione.

Ed ecco la buona notizia: il calo della produzione porterà a un crollo dello smog.

Questa notizia è stata offerta da Il Corriere del cambiamento, l’unico quotidiano che si può pagare in Minibot.

A domani.

Cronicario: In arrivo lo shocko fiscale

Proverbio del 5 giugno Il raccolto di un anno dipende dalla semina estiva

Numero del giorno: 4,6 Calo % vendite autoveicoli nell’ultimo mese in Uk

Si va avanti “senza se e senza me”, almanacca Vicepremier Unoemezzo, sempre più compenetrato nel ruolo di salvatore della patria, e per fortuna. Fortuna sua, ovviamente. Quanto a noi, state sereni, si prepara una rivoluzione che già prende forma davanti ai vostri occhi.

E infatti sempre lui, l’uomo solo al telecomando, dice: “Serve uno shock fiscale come quello di Trump”. Niente di più niente di meno. “E’ giunto il momento del coraggio, della presa d’atto”, perbacco. Ma, non l’avete già sentita?

Vabbé: sono anni che si preannuncia. Ma adesso finalmente ci siamo: arriva lo shock. Lo dice Lui. E ne fiuto avvisaglie qua e là. Il primo minestra, ad esempio, dice che le entrate son meglio del previsto e quindi…E poi c’è un talaltro che dice che no, non ci sarà il Salva Roma, ma il salva comuni.

Senonché nel bel mezzo della ricreazione, suona la campanella da Bruxelles. E indovinate per chi suona, ‘sta benedetta campanella?

Proprio così: siamo noi: praticamente fuorilegge. Debito, deficit, quella roba lì. Ci faranno la festa, altroché. E qual è la novità, mi chiederete? Semplice. Lo shock fiscale ce lo faranno loro. A noi ci rimane lo shocko.

A domani.