Etichettato: italia sovranesta
Cronicario: Lavorare molto, lavorare pochi (e finalmente)
Proverbio del 30 gennaio In una lite hanno tutti torto
Numero del giorno: 770.000.000 Offerta in dollari del Nasdaq per la borsa di Oslo
E insomma: la fiducia delle imprese cala, e vorrei vedere. Fa sempre più freddo là fuori e se n’è accorto anche il governo tedesco che ha abbassato all’1% le stime del pil 2019. Figuratevi come stanno i nostri, che esportano un sacco di roba in Germania.
Epperò, ecco che tuttuduntratto la fiducia delle famiglie aumenta. E ci credo. Saremo pure disoccupati, ma almeno abbiamo smesso di essere inattivi, abbiamo un navigator e percepiamo pure un reddito tramite una supercard non riconoscibile. In più c’è quota 100, quindi se ho la fortuna di essere anziano ma non troppo, posso pure espatriare in Portogallo a spese dell’Inps e frego pure il Fisco. Considerando l’età media della popolazione al lavoro, non è proprio un pensiero fuori dal comune.
Stando così le cose, c’è da aver fiducia eccome. Non va così male, dai. Anche perché si sta compiendo finalmente una rivoluzione culturale. Al posto dell’ormai stantio, nonché inattuato, “lavorare meno, lavorare tutti”, si sta affermando gagliardamente la nuova parola d’ordine dell’Italia sovranEsta: Lavorare molto, lavorare in pochi.
Se vi sfugge la finezza di questa massima, è perché siete all’antica: dovete leggere più blog!!. Vi sarà arrivata su Uazzapp la notizia che per colpa dei robot il lavoro sarà sempre meno (fai girare), e sicuramente avrete letto un titolo di Facebuk che spiega la necessità di forme di reddito compensative per evitare la rivoluzione (condividi). Addirittura avrete sentito qualche esagerato (cit. governo) dire che senza reddito è a rischio la tenuta sociale (cuoricino, pollicione, share). Ecco spiegato il ritorno della fiducia e soprattutto il mistero delle ultime rilevazioni Censis, secondo le quali negli ultimi dieci anni (2007-2017) il numero di occupati nel Paese è diminuito dello 0,3%, è invece aumentato in Germania (+8,2%), Uk (+7,6%), Francia (+4,1%) e nella media dell’Unione (+2,5%).
A fronte di questo capolavoro avanguardista abbiamo che quei sempre meno che lavorano, lavorano sempre di più (donde la massima). Addirittura il 50,6% dei lavoratori afferma che negli ultimi anni “si lavora di più, con orari più lunghi e con maggiore intensità”. In 2,1 milioni svolgono turni di notte, 4 milioni lavorano di domenica e festivi, 4,1 milioni lavorano da casa oltre l’orario di lavoro con e-mail e altri strumenti digitali, magari dopo aver speso mille euro di smartphone, 4,8 milioni lavorano oltre l’orario senza pagamento degli straordinari. E con effetti “patologici rilevanti”.
Il Censis nota che gli occupati giovani si sono dimezzati, rispetto a vent’anni fa, dimenticando che nel frattempo sono invecchiati e non sono stati praticamente sostituiti, visto che nessuno ha voglia di far figli e il governo pensa solo ai pensionandi. Ma soprattutto sfugge all’illustre istituto il significato profondo della rivoluzione in corso, che viene definito un “paradosso italiano”. Non c’è nessun paradosso: è giusto che lavorino di più quelli che lavorano, visto che gli piace. Sono degli eroi, dovremo dedicargli monumenti. Per tutto il resto c’è Supercard.
A domani.
Cronicario: E buone vacanze con l’Italia SovranEsta
Proverbio del 10 agosto Da una piccola scintilla nasce un grande fuoco
Numero del giorno: 6,6 Aumento % export Italia a giugno su base annua
Si va in vacanza così, con la lira turca che crolla mentre il presidente turco almanacca il popolo dicendo che “là fuori hanno il dollaro, ma noi abbiamo la gente e Allah e vinceremo la guerra economica”; il rublo che slitta sulla minaccia di sanzioni Usa e scivola verso il basso, col primo ministro russo che parla anche lui di “guerra economica”; lo yuan che si deprime insieme ai banchieri centrali cinesi che non sanno come fermarlo nella sua corsa al ribasso. Il vostro Cronicario, dopo un’onorata stagione di cazzeggio, chiude i battenti per un po’ – vi sarete stufati pure voi immagino – ma per tornare più bello e forte di prima sotto l’egida del nuovo vessillo che finalmente incarna lo spirito della nostra bella Italia, finalmente Sovrana e Onesta: l’Italia SovranEsta.
A sinistra del tricolore, che ho arricchito di colori per l’occasione, il verde macchiato di giallo, che mi sembra più attuale del solito verde prato e finalmente rappresentativo del nascente umore nazionale. A destra il vecchio rosso finalmente macchiato di bruno, in omaggio a una tradizione nostrana mai realmente sopita. In mezzo il bianco. Meglio ancora: la bandiera bianca che incarna perfettamente la sensazione di resa dei tanti (pochi?) dotati di raziocinio funzionante che ogni giorno ascoltano a metà fra lo stupefatto e l’indignato le minchiate che dicono i politici.
Siamo tutti rappresentati in questo nuovo tricolore, ne converrete.
Ed ecco che ci aspetta per l’autunno prossimo e chissà per quanto tempo ancora. Per nulla interessati ad osservare come le monete sovrane siano comunque soggette ai capricci della storia e della politica globale, continueremo ad alimentare mitologie di stati capaci di finanziarsi semplicemente volendolo. Prometteremo tutto a ognuno senza spiegare che poi bisognerà pagarne il conto. Alimenteremo vecchie nostalgie, come quella dello stato padre, madre e pure fratello e sorella, e perché no anche cugino, col portafogli gonfio di chissà che e l’orecchio sempre caritatevole. E in tal senso la manovra finanziaria sarà la vera cartina tornasole per capire se il governo del cambiamento evolverà nel cambiamento di governo, come pure è possibile, senza sapere cosa sia peggio, visto che nel meglio c’è poco da sperare.
E tuttavia rimane l’obbligo dell’allegria, sennò il vostro Cronicario qua non servirebbe a nulla. Perciò ve la racconteremo così, senza prenderla sul serio. Senza astio né malizia, seguendo la filosofia del glorioso fumetto che in epigrafe portava “Riso, sorriso e riflessione” e se non sapete quale fosse, questo capolavoro italiano, cambiate canale e correte a leggere cose noiose. L’Italia SovranEsta sarà una meravigliosa opera buffa. Buon divertimento. E buone vacanze.
Ci rivediamo a settembre.








